Shina Lab

O laboratório do Shina

GIORNONUMEROSEI. [6.] Ritardo

[6.] Ritardo

E’ una cosa congenita che non si può imparare.
E’ una dote di famiglia che si passa con i cromosomi.
E’ la fuggevole, magica, trapezistica, caustica capacità di NON saper rispettare un orario.

*Appuntamento alle 4 davanti scuola…*

Ore 11:00
L’appuntamento è così spaventosamente lontano che quasi fa ridere.
Ma sì, in questo arco di tempo spaventoso faccio in tempo a prendere una canoa, farmi la circumnavigazione del globo, salutare gli amici della riserva indiana, tornare a casa, dar da mangiare al cane e farmi anche uno spuntino… sai com’è, la fatica mette una fame a bestia!

Ore 12:00
Ancora due ore. Se mi accascio sul letto e metto la sveglia potrei:
1. dormire per 47 minuti e avere ancora liberi un ora e 13 minuti
2. utilizzare i 60 minuti per bazzicare su facebook, twitter, netlog, youtube, blog, vlog, salutare la zia peruviana su skype, fare la maratona di youporn, strizzare l’occhio a due pagine di un libro, mangiare una banana, preparare la cena, lucidare gli stivali di zio Napoleone, Ri-portare fuori il cane e approfittarne per fumare uno sproposito di sigarette.
3. fare la corsa del destino per far sì che la doccia, il lavaggio [assolutamente non necessario] di ulteriori parti corporee la cui esistenza mi è ancora oscura, l’impresa di rendere presentabile [almeno lontanamente] quell’accozzaglia di oggetti,  vestiti, polvere, peluches, fogli, penne e cianfrusaglie varie che è la mia stanza… sì, per far sì che tutto possa rientrare nei 13 minuti rimanenti.

Ore 13:00
Un’ora soltanto e il momento tanto atteso si avvicina a passi da gigante…
“Ahem… come dire. Forse dovresti…ecco, magari dovresti cominciare a vestirti.”
“Hm?”
“No, dico… magari dovresti cominciare a vestirti…”
“Chi?”
“chi… bene. Senti, ma la borsa…”
“La borsa…”
“No, dico… la borsa ce l’hai pronta? Gli occhiali, le chiavi, il telefono… c’hai tutto?”
“sì sì… più o meno”
“come più o meno?”
“e vabbeh! Mi manca da metterci [aggiungere il nome di un oggetto a caso... per rendere più credibile il tutto, magari, utilizzare un oggetto compatibile con la capienza della borsa in questione. Niente materiali alieni, possibilmente.]… e poi ho fatto.”
“e perchè non ce lo metti subito?”
“e vabbeh, ma c’ho tempo. Manca un’ora!”
“guarda che poi ti scordi…”
“senti, me lo fai un favore?”
“dimmi…”
“ti levi dai coglioni?”
“sono la tua coscienza, non sono tua madre! Porta rispetto!”
“se vabbeh…”
“eh, se vabbeh sì. Sennò lo sai che facciamo? Lo sai? Me ne vado. Fai da solo, va’! Voglio proprio vedere che fai!”
“E vattene, va’. Ci vediamo dopo…”
“Non lo so…”
“…”

Ore 14:00
E fu così che la doccia era fredda. Perciò niente doccia, perciò capelli sparati alla “merlo nano in crisi esistenziale”. Come se ti fossi appena tirato su dal cuscino senza neanche la compiacenza di darti una rastrellata al cuoio capelluto.
E fu così che i vestiti erano tutti per lavare. Perciò niente scelta di vestiti fighi, perciò pantaloni della tuta con camicetta di pizzo con ballerine nere, con borsa hawaiana in micropolietilene. Cioè… non c’entrano un cazzo l’uno con l’altro!
E fu così che non si trovarono le chiavi.
E fu così la camera la lasciasti in disordine.
E fu così che il cane restò senza pisciare.
E fu così che scordasti il telefono a casa.
Le notifiche su facebook però, le guardasti tutte!

"Sappilo, torno solo per amore della pace... e perchè sei un cazzo di incapace!"

This entry was posted on martedì, ottobre 2nd, 2012 at 19:36 and is filed under Pensieri. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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